“Noi Palagi” alla SS. Annunziata
... e altri ritratti di famiglia

L’architetto Giovanni Palagi * ci ha inviato il suo interessante studio ‘Noi Palagi’ – Estratto del racconto genealogico della famiglia, riguardante anche questo sito in quanto dal 1353 i Palagi furono patroni della cappella di San Nicola di Bari, la prima a destra entrando nella SS. Annunziata.
In antefatto appaiono i Fighineldi e un certo Anselmo, terzo di ventuno fiorentini creati i cavalieri da Carlo Magno quando, nell’805, di ritorno da Roma, si fermò a Firenze. Famiglia numerosa abitava sia nel Sesto di Porta Duomo in una corte vicina a Santo Stefano al Vescovo che nel Sesto di San Piero, in Santa Maria in Campo, ‘enclave’ della diocesi di Fiesole.
Da loro vennero – “verosilmilmente”, precisa l’autore – gli Aghinetti lanaioli e da questi i del Palagio che ebbero come capostipite Neri di Lippo di Guido. Appartennero al Gonfalone Vaio del quartiere di San Giovanni e abitarono per duecento anni nel popolo di San Michele Visdomini nel palazzo che ebbe il loro nome. L’edificio si affaccia, ieri come oggi, su via Bufalini, allora via di San Gilio, e via dei Servi, con l’ingresso di fronte al fianco di San Michele. Fu venduto sul finire del quattrocento ai Portinari e nel seicento ai Pasqui che nel 1830 lo inglobarono “nell’anonima massa edilizia di oggi” e gli dettero l’appellativo moderno.
“Del palazzo trecentesco, delle botteghe e delle case” restano “il piano terreno e i mezzanini” e “un piccolo stemma di pietra serena ... murato nella facciata di via de’ Servi tra il terzo e il quarto sporto dei fondi venendo dalla cantonata” – aggiunge l’autore.
Il capostipite della famiglia, Neri di Lippo, nacque nel 1275 circa ed ebbe tre figli: Tommaso, Andrea e Piero, la cui storia si intreccia, oltre che con i Servi dell’Annunziata, con i camaldolesi di Santa Maria degli Angeli. Qui fondarono una delle sei cappelle nel capitolo del monastero e finanziarono la costruzione della Rotonda del Brunelleschi (1433).
Non solo. A metà del trecento Piero di Neri di Lippo donò il terreno sul quale fu costruita la nuova chiesa di San Michele Visdomini.
La famiglia inoltre ricoprì importanti cariche pubbliche. In particolare Guido di Tommaso fu gonfaloniere di giustizia nel 1394 e nel 1397. Morì il 24 agosto 1399, quasi settantenne, e volle la sua sepoltura nella cappella di San Nicola alla SS. Annunziata. Estinta la sua discendenza e quella del fratello Piero, rimase a continuare la casata Andrea con i suoi figli Giovanni, Onofrio e Niccolò. Il primo ebbe ben otto discendenti che vissero fra tre e quattrocento e tra questi Piero, Uberto, Tommaso, Benedetto e Francesco originarono vari rami genealogici.
Il costante declino del del Palagio iniziò a partire dagli anni trenta del quattrocento forse a causa della dispersione del patrimonio comune e delle tasse sulle eredità. Inoltre, imparentati con i degli Albizi, non furono favorevoli a Cosimo de’ Medici che, quando rientrò a Firenze, “se lo ricordò ...”.
La decadenza culminò sul finire del quattrocento quando vendettero ai Portinari il palazzo di famiglia e Guido di Lodovico e Mariano di Bernardo si ridussero ad abitare nelle case in via dei Servi.
Nel cinquecento il cognome si consolidò come Palagi dietro disposizioni del Concilio di Trento che impose l’uso del patronimico con il genitivo latino. ‘Del Palagio’ fu usato nel 1540, ma ‘Palagi’ risulta scolpito nel 1620 sulle lapidi della cappella dell’Assunta in San Michele Visdomini e poi nella cappella di San Nicola alla SS. Annunziata.
In seguito la famiglia restò come ‘dimenticata’, fino a quando Francesco tenente colonnello dei Granatieri granducali († 1834) rivendicò la discendenza, riconosciuta con regio decreto nella seconda decade dell’ottocento. Si sposò con la contessa Adele Spada di Macerata, ebbe due figli e una figlia. Guido fu canonico metropolita di Firenze e Neri Lippo sposò una Marzi Medici. Suo figlio Guido († 1959) fu promotore del “restauro novecentesco della cappella ipogea del convento francescano di Fiesole”, patrocinato nel 1395 da Guido di Tommaso.
Giovanni Palagi conclude così la storia di famiglia. In quanto ai suoi parenti – scrive – “discendevano anch’essi dai del Palagio ma da un altro ramo”. E fa desiderare di saperne di più ...

La cappella di San Nicola alla SS. Annunziata presentava nel passato sulla tomba di famiglia l’iscrizione A. D. MCCCLIII OPTIMA FAMILIA DE PALATIO SIBI ET SUIS HOC SEP. POS. – Nell’anno del Signore 1353 l’ottima famiglia del Palagio pose questo sepolcro per sé e per i suoi –.
Ospitò le spoglie di Neri, dei figli Tommaso, Andrea e Piero e dei loro discendenti. Venne affrescata da Taddeo Gaddi († 1366) con scene della vita di San Nicola, ma gli affreschi furono coperti nel 1623 da quelli di Matteo Rosselli al tempo delle modifiche volute da Camillo e da Francesco figli di Lodovico Palagij, discendenti romani dei del Palagio.
Anche i quattro Evangelisti della volta e i due episodi della vita di S. Nicola nelle lunette sono del Rosselli, gli ultimi con le iscrizioni: Ne pretio expugnentur auro eas munivit (le fortificò con l’oro perché non fossero espugnate) e Cuius verbis vita trahitur eius ore fugatur mors (Dalle cui parole la vita è attratta, nella sua bocca la morte è messa in fuga).
La bella tavola dell’altare con la Vergine, il Bambino, S. Nicola ed altri santi è di Iacopo Chimenti detto l’Empoli († 1640). È stata restaurata nel 2004.
Uno stendardo turco conquistato a Bona nel 1691 e donato dall’imperatore Leopoldo al granduca Cosimo III fu appeso a lungo su uno dei pilastri della cappella (v. il p. Tonini e la sua Guida).

Paola Ircani Menichini, 7 maggio 2022.
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* Nato nel 1945, Giovanni Palagi si è laureato in Architettura nel 1973 a Firenze. Ha lavorato presso l’Istituto di restauro della facoltà (arch. Pietramellara). Si è iscritto all’Ordine degli Architetti di Firenze nel 1974, ha diretto l’Ufficio Tecnico del Comune di Calenzano dal 1975 al 1986 e ha prestato servizio come funzionario architetto al Dipartimento Territorio e Urbanistica della Regione Toscana.



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Lo studio di Giovanni Palagi «qui»